Nel post precedente abbiamo parlato di come l’arte contemporanea sia multidisciplinare.
Partendo dal concetto che non esiste più divisione così netta e definita tra le discipline più disparate ma tutte quante si compenetrano al servizio di un’idea, oggi vorrei condividere con voi un libro che mi ha regalato il mio fratellone Giò.
Il titolo è Creatività, il crimine perfetto. L’autore Philippe Petit.
Il 7 agosto del 1974, questo strano personaggio ha realizzato un’opera d’arte unica e irripetibile: camminare su un cavo teso tra le due Torri gemelle del World Trade Center di New York, sospeso ad oltre 400 metri di altezza, senza protezioni, lasciando completamente strabiliato il pubblico sottostante che ebbe la fortuna di assistere al suo incredibile quanto impossibile spettacolo.
L’ impresa condotta nel pieno dell’illegalità fu il frutto di una preparazione meticolosa durata un numero imprecisato di anni. In questo libro Petit ci fa entrare nel suo mondo personale, quello che precede la creazione di una sua performance artistica.
Perchè parlare di Petit? A mio avviso è un esempio eloquente di un artista assolutamente poliedrico che realizza schizzi, modellini, colleziona archivi di materiali molto diversi tra loro per lo scopo di fare altro, una grande performance di equilibrio e sangue freddo che ha come protagonista assoluto il suo corpo.
Per farvi capire quanto l’arte possa essere infinite possibilità di sperimentazione. Infiniti gesti. Infinite AZIONI.
Questo saggio è molto significativo perchè ci dà la possibilità di entrare nella mente di un artista.
Da dove nasce la creatività in un individuo? Cosa spinge un essere al fare tutto questo? Ecco sono domande a cui troverete risposta.
Ma quello che ci dice Petit è che questo suo modo di vivere non è universale per tutti gli artisti.
E’ un suo punto di vista. Quindi è un libro sulla SUA creatività! Non sulla creatività in generale.
Ma la cosa più importante che trasmette al lettore è il motore che muove tutto quanto, la passione. Ci dice che quello che fa è dettato da un’ esigenza profonda che non può essere spiegata così nel dettaglio. Il pubblico capirà da sé. Vedrà un uomo o donna prigioniero/a della propria passione e al mondo non esiste performance più stimolante di questa.
Vi lascio alcune citazioni tratte dal suo libro… Spero di invogliarvi a leggerlo e andare a vedere il film The Walk che uscirà nelle sale ad ottobre!
“Se pensi che adesso io ti spieghi quali siano le motivazioni che mi spingono a riempire una pagina vuota ti sbagli. Nel mio mondo non esiste una motivazione. Io non sono motivato a fare quello che faccio. In quanto artista avverto un impulso, un’impellenza, sono trascinato da una forza che ha radici profonde in me, una forza così persuasiva che sembra vano cercare di spiegarla.. essa tuttavia ha un nome: passione. La passione è la calcina che tiene insieme i miei collage creativi, il motore delle mie azioni. (…) Possiedo una componente di impazienza. Di urgenza. E poiché esorta la mia arte a crescere, è indispensabile. (…) La passione è esplosiva. Non conosce limiti. Non può essere misurata!”
“La mia attitudine da artista derivava dalla presa di coscienza a cui ero giunto fin dalla più tenera età: che il mio impegno intellettuale e la mia libertà immaginativa avevano un prezzo, quello del proibito. Qualunque cosa io decidessi di fare, era vietata. Il creatore deve essere un fuorilegge. Non nel senso del crimine, ma piuttosto un poeta che esercita la ribellione intellettuale. C’è una differenza abissale fra rapinare una banca e praticare funambolismo illegalmente: con la traversata sospesa non si ruba niente, anzi si offre un dono effimero che dà gioia e ispirazione.”
“Con l’urgenza di chi crede che la vita sia breve, scoprii vari modi di fare le cose, risolvevo i problemi intuitivamente e, rifiutando il fallimento, ero in grado di realizzare l’impossibile.”
“La prima mossa? Il caos. È così che do avvio alle mie azioni artistiche. Mi gingillo con un’idea finchè non diventa una fissazione. I francesi la chiamano idee fixe. È un’idea a cui dai alloggio nella tua testa sapendo che non vorrà più andarsene. Caos è un termine greco e significa ciò che si spalanca. Io non ho paura del caos. Per me è un ospite gradito. Percorro il suo sentiero al galoppo, il più veloce possibile, perché la mia eccitazione non rallenti il passo. Nel caos tutto è possibile. Ogni idea che arriva è la benvenuta, senza riguardo per la realtà. Dimentica il tempo, il denaro e la ragione. Accogli un universo traboccante. Perché se cominci dalle regole, la tua creazione fallirà in partenza.”
“Le idee però non dovrebbero essere lasciate a vagare senza meta. Io le lego l’una all’altra senza un ordine preciso con il filo dell’intuizione. Sono mie prigioniere, in ogni momento so dove trovarle. Questo mi dà potere e libertà: posso infrangere le regole, posso osare.”
“E queste idee da dove arrivano? Nel corso della vita accumulo un consistente materiale di archivio: ritagli, riviste, testi specialistici, oggetti, materiale iconografico su determinati argomenti, manifesti, programmi, appunti vari. Conservo tutto in un numero infinito di cartelle.”
“Resto nel caos fino a che non affiora l’ordine. Il caos produce sempre ordine. Pesco argomenti dal mucchio e poi li archivio nello schedario aperto, aggiungendo qua e là un piccolo collegamento, un piccolo pensiero.”
“Che strumenti uso? Le dita gli occhi e il cervello. Siamo distanti miglia e miglia dal computer portatile.”
“Ti consiglio di essere curioso riguardo a dove ti conduce la tua passione, di trasferire il tuo atteggiamento esplosivo nel genere di caos che scopre l’ordine.”
“Io mi impongo di osservare. Ma mentre guardo attentamente, mentre osservo il mondo intorno a me osservo anche me stesso.”
“Ogni tanto inserisci nella tua routine settimanale una pausa per sorprendere te stesso. Fai delle cose contro il tuo modo di agire ordinario. Ti sentirai meglio.”
“Il folle che persiste nella sua follia diventa saggio. Ti lascio l’ultima parola di questo libro perché tu la faccia tua. Perseveranza.”
E buon compleanno alla ME di quest’anno. Volevo dirti che sono molto orgogliosa di te e del tuo coraggio inaspettato di fare un piccolo passo dietro l’altro sul filo della tua impresa.
The walk.
Stay tuned!
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