Il progetto concentra l’attenzione sulla zona cantieristica della zona di Garibaldi. Quelle recinzioni e quelle strutture inossidabili e alienanti mi hanno suggerito di raccontare dell’altro. In questa particolare zona di Milano lo sguardo è continuamente impossibilitato dagli impedimenti visivi: lo testimoniano alcuni miei scatti fotografici che immortalano strutture di palazzi in costruzione tagliati di netto da barriere, strutture frammentate che si sovrappongono l’una all’altra creando paesaggi futuristici. Ha colpito particolarmente la mia attenzione una barriera alta circa tre metri che non permette all’osservatore di guardare al di là di essa.
Il mio progetto consiste nella proiezione di un video o nella realizzazione di un manifesto che sfondi metaforicamente questo muro che ci blocca lo sguardo. Allora l’idea è quella di creare un’apertura che ci permetta di oltrepassare la muraglia per addentrarci in quello spazio di cui non conosciamo le caratteristiche, di realizzare una sorta di tunnel/galleria che crei continuità con il percorso del Naviglio nelle vicinanze, in cui la gente cammina abitualmente.
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