Buongiorno a tutti! Oggi vi consiglio un’ipotesi di pomeriggio o serata da trascorrere in dolce compagnia o con amici.
Incominciamo con la Fondazione Prada. Qui di seguito alcune cose che mi hanno colpito.
Ho trovato molto interessante il documentario intervista Roman Polanski: My Inspirations, realizzato nel 2015 da Laurent Bouzereau, presentato per la prima volta in questa occasione nello spazio multifunzionale del Cinema della Fondazione.
Dura un’oretta circa, ma ne vale la pena!
Il regista Polanski, dalla cui mente è nato a mio avviso uno dei film più toccanti della storia del cinema, Il Pianista, ci fa entrare nel suo mondo creativo, individuando e descrivendo una serie di opere cinematografiche che hanno contribuito a forgiare il suo immaginario e il suo stile.
Roman Polanski è attratto dalle atmosfere, dalle strutture narrative e dagli espedienti di inquadratura di film precedenti. Durante l’intervista ci dice che in alcuni periodi della vita si è più ricettivi di altri e non lo si sa: si assorbono involontariamente suggestioni che non ti abbandoneranno mai e che si tenterà di imitare per l’intero percorso professionale.
È molto intrigante questo punto di vista perché ci fa capire quanto la maggior parte delle intuizioni creative derivino dalle idee di chi ci precede riproposte sotto nuove vesti e chiavi di lettura.
Scena film Il pianista di Roman Polanski
Non sono amante dell’artista Damien Hirst. Sono sincera: non mi hanno mai intrigato le sue teche con i grossi animali sezionati immersi nella formaldeide!
Ma l’installazione Lost Love che è presente in fondazione l’ho trovata affascinante. E’ un enorme acquario cubico all’interno del quale Hirst ricrea la scenografia di un luogo sommerso attraverso oggetti che rimandano al femminile: un lettino da ambulatorio ginecologico, collane, borsa, scarpe, attrezzi medici, un appendino con un camice ospedaliero… L’atmosfera ricreata sarebbe molto fredda e asettica se non fossero presenti i tantissimi pesciolini tropicali dai colori caldi e vivaci. Questi se la viaggiano come saette, infilandosi dappertutto, giocando e nascondendosi tra una rientranza e l’altra. Sarà stato il contrasto di colori così contrapposti oppure le storie che mi sono inventata sulla proprietaria di quegli oggetti.. sta di fatto che mi sono divertita molto a fare un sacco di foto!
Damien Hirst, Lost Love, 2000
E poi Thomas Demand.
L’opera di questo artista sarebbe una fotografia di una grotta al limite tra il reale e l’immaginario.
Ma qui la cosa interessante è capire come l’artista arrivi alla realizzazione dell’opera.
Lo capiamo nella sala adiacente, dove si erge monumentale la ricostruzione di uno scorcio di una grotta dell’isola di Maiorca realizzata dallo stesso Demand, utilizzando 30 tonnellate di cartone grigio, sagomato mediante computer e disposto a formare una stratificazione di 900.000 sezioni.
L’artista si è servito di questo modellino per realizzare la sua fotografia.
Accanto a questo piccolo grande mondo di cartone troviamo teche con cartoline, appunti, disegni, libri aperti sottolineati, studi 3d. Insomma tutto il materiale che ha condotto l’artista alla creazione dell’opera.
Tutto ciò mi ha ricordato gli insegnamenti del mio professore di scultura. “La scultura non è mai oggetto in sè concluso, ma da essa possono nascere altri mondi.”
Thomas Demand, Processo Grottesco, modellino 3d in cartone grigio
E prima di andar via è d’obbligo passare a dare un’occhiata al Bar Luce che ricrea perfettamente l’atmosfera di un tipico caffè della vecchia Milano. Per chi ama l’atmosfera vintage, per chi adora i “negozi nostalgia” di cui parla il protagonista del film Midnight in Paris di Woody Allen, questo è sicuramente un emozionante tuffo nel passato!
Usciti da lì, se avete fame e non sapete dove andare, proseguite sempre dritto, alla seconda traversa sulla vostra destra troverete Madama bistrot & hostel. Un’altra location old style.
Tutto qua dentro è ricreato con oggetti di recupero: dal bancone del bar i cui motivi decorativi sono realizzati con piastrelle colorate, vecchie persiane ridipinte, pezzi di tapparelle e cornici, alle scale a pioli appese a parete orizzontali e parallele dove sono disposte ordinate le bottiglie di alcolici e non, alle lampade fatte con tondino di ferro arrugginito e frammenti di materiali di edilizia.
Il posto è gestito da ragazzi giovani e alla mano. L’atmosfera è veramente easy!
Ci sono salette svago e cucina in condivisione con wi fi, giochi da tavolo e libreria. E ai piani superiori camere di tutti i tipi dove alloggiare.
Una delle ragazze con cui ho parlato mi ha detto che organizzano serate culturali, dj set, musica dal vivo, mostre, performance teatrali e poetiche, laboratori creativi e tanto altro ancora!
Non resta che provare!
Enjoy yourself! 🙂
Madama bistrot & hostel, Via Benaco 1, 20139 Milano | www.madamahostel.com
……And stay tuned!