E’ proprio così. Sono una collezionista compulsiva di titoli. Il mio regno preferito è la libreria. Non importa se sia Feltrinelli, Mondadori, Rizzoli o Hoepli.
Io trovo pace tra i milioni di pensieri che sono scritti nei milioni di libri allineati sulle mensole.
Compro libri anche solamente per il gusto di averli in casa. Molti libri che ho comprato negli anni, non li ho nemmeno letti, ma stanno lì accanto a me, in attesa che arrivi il momento giusto per incominciarli. Molti altri sono stati letti più di una volta, e sottolineati nei passaggi più significativi e ogni tanto risfogliati per andare a scorrere con il dito le vecchie tracce di matita colorata sbavata.
Non fraintendetemi. Non sono una sapientona spocchiosa. E non vado in giro di certo snocciolando perle di saggezza.
Semplicemente mi piace davvero. Come ad altri fa impazzire collezionare mazze da golf, borse, scarpe, e oggetti di ogni sorta e foggia, a me piace farlo con i libri.
Mio padre ha abituato mio fratello Giovanni ed io alla curiosità, ad allargare i propri orizzonti ristretti.
Se Giovanni ha metabolizzato quest’insegnamento, viaggiando molto e abbracciando un tipo di mestiere che per forza di cose ha a che fare con paesi dalle culture diverse, io l’ho fatto acquisendo un carattere estremamente socievole nei confronti del prossimo, del diverso e di tutto ciò che non conosco e appassionandomi alla lettura.
Mi intrufolo nella storia raccontata in un libro e mi sento a casa. E poi se in quel luogo trovo un personaggio che sembra fregarmi le parole di bocca, mi sento vicina al suo modo di pensare e vivere.
Solitamente mi immergo nella lettura per placare la mia sete di domande. Voglio sapere cosa dice uno scrittore piuttosto che un altro su particolari questioni della vita umana per ricavarne un mio punto di vista sull’argomento.
Ciò che ho imparato negli anni è che leggere apre la mente a ventaglio, fa acquisire un’agilità di pensiero e capacità di collegamento non comuni. Oltre al fatto che fa conoscere realtà nuove, idee diverse e punti di vista che allargano il proprio piccolo mondo.
Io a volte dico che sono più vivi certi scrittori che certe persone. I loro pensieri sono così contemporanei, così vicini a noi, che non riesci ad immaginarti che i loro corpi siano già polvere.
Fin da piccola ho sempre invidiato gli scrittori, perché le loro opere sopravvivono all’assalto della morte e del tempo. Il loro spirito rimane eterno e immutato avvinghiato ad ogni parola stampata.
E allora penso che uno dei regali più belli che un genitore possa fare al proprio figlio, sia dedicargli del tempo affinchè acquisisca una mente curiosa di scoprire. Una mente capace di adattarsi alle più svariate situazioni e persone, una mente non a compartimenti stagni, rigida e incapace di flessibilità, una mente che sappia riconoscere che il cambiamento in tutte le sue più svariate forme, pur essendo molto spesso traumatico, è la linfa che schiude a nuove alternative.
Anche viaggiare è una straordinaria occasione per la crescita esponenziale della curiosità. Ovviamente per chi ha la possibilità e i mezzi di farlo. Ma mi riferisco a quel tipo di viaggio non da turista che a spizzichi e bocconi dice di aver visitato tutto il mondo ma non l’ha osservato con il giusto sguardo, non l’ha vissuto con l’approccio di chi saprebbe ricordare ogni minima sfumatura.
Viaggiare entrando veramente in relazione con i luoghi e la loro cultura. Ecco quello che intendo.
Insomma leggere e viaggiare aprono la mente! C’è chi solo viaggia. C’è chi solo legge. C’è chi fa tutti e due insieme. Ma l’importante è appassionarsi ad una delle due cose per vivere una vita piena e non limitata.
Beh dopo tutta questa sviolinata sul leggere mi chiederete, come usano fare i promoter che ti assediano in centro a Milano, Ultimo libro comprato?
Noi di David Nicholls.
E penultimo libro letto?
Di noi tre di Andrea De Carlo.
Alla prossima!
Una collezionista di libri compulsiva.
Stay tuned! 🙂